Aumentati i casi di malnutrizione infantile trattati nell’Ospedale pediatrico Pablo Horstmann di Anidan
“Le conseguenze del Covid-19 aggravano fame e malnutrizione e potrebbero raddoppiare le persone esposte alla fame e all’indigenza. E anche se nel mondo sono stati fatti lenti progressi in oltre 50 Paesi rimane acuta”. L’Obiettivo “Fame zero” si potrà raggiungere nel 2030 solo “riesaminando i sistemi alimentari in modo equo, sano e rispettoso dell’ambiente”. È quanto emerge dall’Indice globale della fame 2020, realizzato da Welthungerhilfe e Concern worldwide e curato da Cesvi per l’edizione italiana.
In tempo di pandemia, il cibo è la domanda che cresce di più, da parte di chi si sostenta di lavori informali nelle grandi periferie urbane delle economie meno sviluppate
Secondo una nuova analisi dell’UNICEF e di Save the Children, il numero di bambini che vivono in condizioni di povertà multidimensionale è salito a circa 1,2 miliardi a causa della pandemia di COVID-19. Si tratta di un aumento del 15% del numero di bambini che vivono in condizioni di privazione nei paesi a basso e medio reddito, ovvero di altri 150 milioni di bambini da quando la pandemia si è propagata all’inizio di quest’anno.
Il COVID-19 e le misure di lockdown imposte per prevenirne la diffusione hanno spinto milioni di bambini in condizioni di povertà ancora maggiore. Questa pandemia ha già causato la più grande emergenza dell’istruzione a livello globale della storia, e l’aumento della povertà renderà molto difficile per i bambini più vulnerabili compensare la perdita.
Le ripercussioni sono peggio della pandemia. “E’ sempre più chiaro che le ripercussioni della pandemia stanno causando più danni ai bambini che la malattia stessa”, commenta il direttore generale dell’Unicef, Henrietta Fore. “Dobbiamo pensare contemporaneamente sia nel breve che nel lungo periodo, in modo da non limitarci ad affrontare le sfide poste dalla pandemia e i suoi impatti secondari sui bambini, ma anche delineare un futuro più luminoso per i bambini e i giovani”
